Dalla Roma al Real Madrid, il retroscena a sorpresa: “È mancata solo la firma”

Poteva finire al Real Madrid ma il richiamo della Roma è stato troppo forte per poter dire di no. Mancava solo la firma per andare a giocare in Spagna

La Roma viene spesso raccontata non come un semplice club di calcio ma una vera e propria religione laica, dove i tifosi sono i fedeli e i beniamini in campo sono come dei Santi, da coccolare e idolatrare il più possibile. Nella storia giallorossa ce ne sono stati tanti, ma nessuno come lui.

La Roma saluta il pubblico
Dalla Roma al Real Madrid, il retroscena a sorpresa: “È mancata solo la firma” (DirettaGoal – Ansa)

 

Nella storia della Roma ci sono stati i grandi giocatori, i capitani, i simboli e poi c’è stato lui, qualcosa al di sopra di tutto e tutti. Francesco Totti non è solo il più grande marcatore della storia della Roma, il miglior giocatore ad aver mai vestito la maglia giallorossa e il primatista anche per presenze italiane e internazionali, ma è soprattutto l’incarnazione del tifoso romanista, spontaneo, genuino, simpatico e soprattutto fortissimo a giocare a calcio. Avere un numero 10 di questa portata nato e cresciuto nel proprio settore giovanile, che ha rappresentato il club per circa 25 anni, è qualcosa di unico e irripetibile.

Eppure tutto questo è stato possibile sia grazie alla famiglia Sensi, che lo ha sempre difeso e protetto (anche quando Carlos Bianchi avrebbe voluto cederlo), ma anche grazie alla sua voglia di essere una bandiera come poche ce ne sono state nel calcio, di quelle che non si ammainano mai.

La storia di Totti e del Real Madrid: un rifiuto di cui non ci è mai pentito

Francesco Totti, nel video pubblicato su Instagram da Amazon per “Fenomeni out“, in onda sul canale YouTube, intervistato da Luca Toni, ha svelato alcuni passaggi clou della sua carriera.

Francesco Totti in Tv
La storia di Totti e del Real Madrid: un rifiuto di cui non ci è mai pentito (DirettaGoal – ANSA)

 

Per Totti c’è stato un momento, dopo aver vinto lo Scudetto con la Roma nel 2001, in cui ogni anno era buono per passare al Real Madrid. Il presidente Florentino Perez gli aveva recapitato a casa la maglia numero 10 dei Blancos, con un assegno in bianco che lui stesso avrebbe dovuto riempire. Qualsiasi cifra pur di vederlo al Bernabeu con gli altri Galacticos. Alla fine ha prevalso la ragione di cuore, rimanendo a Trigoria, così come a fine carriera, mantenendo la promessa di smettere dopo aver giocato solo con la Roma.

 

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