Il club biancoceleste continua a fare i conti con l’infermeria piena: il giocatore si ferma proprio nel suo momento migliore
22 minuti per dire addio alle speranze di andare in gol per la terza partita consecutiva, dando così il proprio contributo – già decisivo nell’ultima pirotecnica gara casalinga – alla causa della Lazio, protagonista di un avvio di stagione davvero deludente.

Niente da fare. La sfortuna – anche se qualcuno, nell’ambiente, inizia ad ipotizzare che siano stati compiuti dei gravi errori in fase di preparazione estiva – ha colpito anche lui. La freccia migliore a disposizione del tecnico toscano nelle ultime gare.
A Bergamo, verso la metà del primo tempo, l’attaccante si è accasciato a terra. Uscito dal campo per far posto a Gustav Isaksen (un altro che ha iniziato l’annata con una fastidiosa e debilitante mononucleosi che gli ha fatto saltare gran parte del ritiro), l’ex Parma si è sottoposto agli esami del caso una volta rientrato a Roma.
La diagnosi, confermata dallo staff medico dei capitolini e riempita di ulteriori contenuti dalle rivelazione de ‘Il Corriere dello Sport’, è un’autentica tegola per il calciatore e per i programmi di mister Sarri, che già deve fare a meno di un altro infortunato di lusso, l’argentino Taty Castellanos.
“Lesione miotendinea di media entità a carico degli hamstring della coscia sinistra“. Questo il verdetto sulle condizioni di Matteo Cancellieri, autore di tre degli ultimi sei gol dei biancocelesti in campionato.
Cancellieri, arriva la tegola: quante partite salterà
Come riferito dal citato quotidiano romano, gli accertamenti hanno evidenziato un interessamento tendineo, che rende più complesso e lento il recupero. L’esterno offensivo sarà costretto a restare ai box per almeno un mese: nella migliore delle ipotesi potrebbe rientrare in occasione della gara casalinga con il Lecce, in programma il 23 novembre all’Olimpico subito dopo la sosta.

Giova ricordare che quella che appare a tutti gli effetti una sorta di maledizione che aleggia su Formello, aveva già colpito – solo per restare al reparto offensivo – Mattia Zaccagni, sofferente per una lesione agli adduttori della gamba sinistra, e il citato attaccante sudamericano, che nel corso di un allenamento aveva rimediato una lesione di secondo grado del retto femorale della coscia destra che lo costringe ad uno stop di 45-60 giorni.
Non certo le condizioni migliori, insomma, per provare a scalare una classifica che finora vede i capitolini galleggiare nell’anonimato di un dodicesimo posto che non soddisfa – per usare un eufemismo – nessuno nell’ambiente laziale.





