Chivu l’ha fatto prima della partita di Supercoppa, tutti a bocca aperta

Riad vibra di luci e sabbia. L’aria è tiepida, i passi pesano poco, e l’Inter lima dettagli prima della semifinale: tocchi rapidi, sorrisi tesi, un cerchio che scoppietta di palloni e voci. Dentro quel cerchio c’è una sorpresa.

Cristian Chivu
Cosa ha fatto Chivu prima della partita (Ansa Foto) – direttagoal.it

Riad e la Supercoppa Italiana

Riad è di nuovo palcoscenico della Supercoppa Italiana in formato Final Four. La formula è spietata: semifinale, poi la finale a pochi giorni di distanza. Si gioca in campo e nella testa. L’Inter conosce bene questa cornice, e lo storico recente lo conferma: tre Supercoppe di fila alzate tra 2021 e 2024, due a Riad. Il contesto pesa. Il margine d’errore è zero.

Il Bologna e l’allenamento di vigilia

Il Bologna, oggi guidato da Vincenzo Italiano, arriva con idee chiare: aggressione alta, palleggio verticale, ampiezza costante. È un avversario concreto. L’allenamento di vigilia cambia allora sapore e grammatica: tocchi veloci, tempi stretti, letture pulite. Qui entrano in scena le piccole cose che fanno la differenza.

Dentro il campo: il torello che accende il gruppo

Il riscaldamento parte da un torello classico, 5v2, rettangolo corto, distanza tra i coni sotto i dieci metri. Chi ama il calcio lo sa: qui si misura la lucidità. Primo controllo, orientamento del corpo, sguardo alto. Il riscaldamento diventa un test di nervi oltre che di tecnica.

Cristian Chivu entra in scena

Ed è a metà seduta che spunta l’immagine che non ti aspetti. Cristian Chivu entra nel cerchio e gioca. Passo leggero, appoggio in sicurezza, un paio di scarichi di prima. L’ex difensore, oggi tecnico della Primavera nerazzurra, si mette dentro il ritmo e lo alza di un filo. Il club non ha comunicato un ruolo ufficiale di Chivu nello staff della prima squadra a Riad; la scena riguarda il campo e la preparazione del gruppo. Ma il segnale è chiaro: tutti dentro, nessuno spettatore.

Perché conta?

Perché il torello, quando è fatto bene, mette insieme tre fattori decisivi: qualità del primo tocco, velocità di giocata, connessione tra reparti. È la palestra perfetta contro un Bologna che pressa. Guardiola e la scuola spagnola l’hanno reso iconico, ma la sostanza è universale: pochi metri, grandi decisioni. Un errore e la palla scotta. Un dettaglio e salti la pressione.

Il contesto: una semifinale che pesa

La Final Four in Riad non perdona. Clima secco, orari adattati, recupero compresso. Le squadre esperte dosano i carichi. L’Inter lo fa senza rinunciare alla qualità del gesto: scambi di prima, uscite dal basso codificate, rifinitura sulle catene esterne. È un copione provato, che ha dato risultati proprio in Supercoppa negli ultimi anni.

Dati confermati?

L’albo d’oro parla per i nerazzurri: tre trofei consecutivi dal 2021 al 2024. Sull’impiego di Chivu nello staff per la semifinale non ci sono comunicazioni ufficiali: la sua presenza nel torello resta un indizio tecnico e umano, non un annuncio. E in fondo basta questo: il messaggio passa senza conferenze stampa.

Il riscaldamento racconta l’umore di una squadra

Si dice che il riscaldamento racconti l’umore di una squadra. Qui racconta concentrazione, autoironia, voglia di toccare la palla senza paura. A volte l’energia passa da un semplice “gioco del cerchio”. Domanda semplice, allora: quanto può cambiare una partita quando il primo pallone della serata brucia già nelle caviglie? In un rettangolo di dieci metri, forse c’è già la mappa di tutta la notte saudita.

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