La Fiorentina e le sue scelte per la gara contro il Milan al rientro dopo la sosta. Pioli torna nella sua San Siro per salvare la panchina, in una gara molto tesa
La Viola sta attraversando un momento difficilissimo, certificato dai risultati e dalle lacune tecniche e tattiche mostrate. Non sta bastando il grande Moise Kean per trascinare i suoi compagni. Ora Stefano Pioli è sotto attacco e può salvare la panchina solo con un miracolo
La Fiorentina deve rialzare la testa e dovrà lavorare sodo durante la sosta per essere competitiva a San Siro. Contro il Milan Pioli ritrova il suo stadio. Per portare a casa la partita in questo momento servirà soprattutto concentrazione e anche un pizzico di fortuna. I segnai visti contro la Roma non sono stati positivi. La squadra di Gian Piero Gasperini ha strappato tre punti molto importanti, in quello che poteva essere derubricato come un passaggio importante.
Alla ripresa, come detto, ci sarà un big match di tutto rispetto, tra Milan e Bologna. Per Palladino il lavoro di queste settimane sarà importante per rimanere in rosa e provare ad insidiare i titolari attuali. Anche Lamptey – Lacerazione del crociato anteriore e Sohm – Fascite plantare. Perni preziosi che sono mancati contro Dybala e compagni, in quello che sulla carta doveva essere un big match.
Contro il suo ex Milan Pioli non può permettersi di sbagliare, soprattutto dovendo mostrare una prestazione degna di nota. Prima cosa da fare sarà quella di recuperare lo stato di forma psico fisico di pilastri dello spogliatoio, quali Dzeko e Gudmundsson. Per quanto riguarda l’idea tattica, contro Gasperini il parmigiano si è schierato in pieno turn over, con l’attacco composto da Moise Kean e l’islandese, almeno dal 1′.
Il centrocampo preoccupa perché non sta girando. Oltre ai soliti tempi bui, a mandare in fumo ogni discorso è stato il cambio fatto da Pioli contro la Roma. Nicolussi-Gaviglia e Mandragora non hanno offerto garanzie, mentre davanti tutta la manovra e il peso offensivo è supportato dal solo Dovbyk. Gosens e Dodò sono gli unici inamovibili mentre davanti rischia anche Gudmundsson. Forse potrebbe esserci proprio più spazio per Piccoli, considerando i buoni spezzoni con cui è entrato in Conference League e Roma.
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