Il caso Clostebol, per quanto chiuso a livello giudiziario, continua a scatenare commenti ed opinioni: l’annuncio del coach ha sorpreso tutti
15 febbraio 2025. Una data che resterà a lungo impressa nella memoria dei tifosi italiani ma soprattutto del diretto protagonista di una vicenda che può finalmente essere ufficialmente archiviata. È il giorno in cui, pur dovendo scendere ad un fastidioso compromesso, Jannik Sinner ha messo una pietra sopra al caso Clostebol che lo ha di fatto tenuto sulle spine fino al giorno successivo a San Valentino.
Già di fatto assolto dall’ITIA (l’International Tennis of Integrity Agency) che lo aveva fatto giudicare da un tribunale indipendente, il numero uno del mondo è stato risucchiato in un’ulteriore propaggine giudiziaria dalla WADA, l’Agenzia Mondiale Antidoping.
Come noto, il massimo organismo istituzionale in tema di doping aveva chiesto il riesame del caso, con un processo che si sarebbe dovuto svolgere il 16 e 17 aprile prossimi al TAS di Losanna. Nell’incertezza dei tempi, e nel timore che venissero accolte, anche solo parzialmente, le clamorose richieste di squalifica della WADA (fino a due anni il possibile stop che Sinner avrebbe dovuto subire) il campione ha deciso di patteggiare. Accettando un fermo di tre mesi, con relativa impossibilità – fino a 21 giorni prima del via libera previsto per il 5 maggio – di allenarsi in strutture pubbliche. Col divieto esteso anche a tesserati coi quali avrebbe potuto effettuare delle sessioni di allenamento.
Già tormentato dalla campagna d’odio avviata nei suoi confronti da Nick Kyrgios, e sorpreso da altri inaspettati attacchi portati da colleghi in attività, Jannik ha fatto sempre spallucce. Non facendosi condizionare dalle malelingue e mostrando una maturità davvero fuori dal comune.
Intervenuto a ‘Tennis Insider Club‘, il supercoach del numero uno del mondo, quel Darren Cahill che, salvo ripensamenti, lascerà il suo ruolo alla fine di questa stagione, ha raccontato dei gustosi retroscena che ben riportano lo spessore del ragazzo Sinner. Un giovane atleta che parla come un uomo maturo.
“L’altro giorno Jannik mi ha detto ‘Non preoccuparti delle critiche di qualcuno da cui non accetteresti consigli’. A quel punto ho pensato ‘Mio Dio, hai 23 anni!?‘. Questo perché abbiamo parlato di tutto il ‘rumore’, delle parole dei giocatori, degli allenatori e dei media intorno al suo caso in questo momento”, ha dichiarato l’australiano.
Tornando alla specificità della sua positività al doping, l’ex coach di Andre Agassi ha poi aggiunto: “Molte volte quando si ottiene un test positivo è da un medicinale o da un integratore, e quindi è una contaminazione volontaria. Che porta ad una squalifica che può essere di un mese o più. Qui non solo è involontario, ma è anche dovuto ad uno spray utilizzato per curare un fisioterapista per un taglio al dito, che in qualche modo poi è finito in Jannik. Siamo sicuri che lui abbia fatto tutto il possibile per evitarlo“, ha concluso.
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