Scoppiano le polemiche sul mancato arrivo di Fabio Paratici in rossonero, spuntano retroscena significativi sulla figura del dirigente: attacco in diretta
E’ già in fase di ricostruzione il Milan, dopo una stagione assai deludente e che rischia di concludersi con il Diavolo del tutto fuori dall’Europa. Restano residue chances ai rossoneri di entrare nella zona qualificazione alle coppe continentali attraverso il campionato e tramite la Coppa Italia, con il derby di ritorno in semifinale da affrontare, ma il bilancio, già da ora, resta alquanto deficitario. E per questo la società sta cercando di correre ai ripari, programmando la prossima annata in maniera molto diversa.

Il primo passo è quello della scelta e della nomina del nuovo direttore sportivo, una figura ritenuta cruciale per operare in maniera più efficace sul mercato e avere maggiori rapporti e trait d’union tra lo spogliatoio e la società. Il Milan puntava con decisione Fabio Paratici, ma la trattativa, che stava procedendo a quanto pareva in maniera piuttosto spedita, si è interrotta improvvisamente.
A pesare, le vicende extra campo che riguardano l’ex dirigente della Juventus. Ancora squalificato fino a luglio e con una posizione pendente per quanto concerne il processo Prisma. La dirigenza del Diavolo, dunque, si sta volgendo verso gli altri profili monitorati. Adesso, testa a testa tra D’Amico e Tare. Ma la vicenda Paratici lascia degli strascichi, eccome. Arrivano delle accuse molto pesanti sul caso.
Niente Paratici al Milan, Zazzaroni accusa: “Sono arrivate pressioni federali”
Fanno rumore le dichiarazioni di Ivan Zazzaroni, direttore del ‘Corriere dello Sport’. Intervenuto nel corso del programma ‘Pressing’, su Mediaset, ha sostenuto la tesi secondo cui dall’interno della federazione sarebbero giunte delle pressioni per non farlo andare al Milan.

“Il contratto per Paratici al Milan era pronto – ha spiegato – Ci sono state delle pressioni molto forti a livello federale, lo dico chiaramente. Vorrei capire per quale ragione Paratici non deve tornare in Italia, al di là del fatto che abbia commesso degli errori e sia ancora squalificato. Ma la sua squalifica si esaurisce il 20 luglio. Se uno, dopo una squalifica, non deve più lavorare in Italia, basta dirlo e aggiungere una postilla. Ci sono state evidentemente più telefonate per fare pressioni, visto che la trattativa va avanti da mesi. L’alternativa è che il Milan sia una società di sprovveduti, spero per loro che non sia così”.