Dramma per Materazzi, tutti i tifosi vicini e pronti ad offrirgli sostengo: le sue parole su ciò che passa ogni notte per la SLA sono un colpo al cuore.
Ci sono partite importantissime che si giocano all’interno del rettangolo verde, di quelle che fanno sognare i tifosi e che possono cambiare l’intera carriera di un calciatore, oltre che la Storia di un club; finali che restano scolpite nella memoria, come dolci ricordi o come amare delusione.

Eppure, anche molti calciatori, si trovano purtroppo a dover giocare sfide ben più gravi, che la vita ci mette davanti e con cui bisogna fare i conti: quelle portate dalla malattia. Sono diversi, purtroppo, gli ex-calciatori a cui viene diagnosticata la SLA, la Sclerosi Laterale Amiotrofica, una terribile malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce i motoneuroni, ovvero le cellule nervose cerebrali e del midollo spinale.
Purtroppo, ad oggi, non c’è cura, e i sintomi portano tanta sofferenza: lo sa bene, purtroppo, Matteo Materazzi, ex-calciatore, agente FIFA e fratello dell’ex-difensore dell’Inter e della nazionale italiana. Le sue parole in merito a ciò che sta vivendo sono un colpo al cuore.
Matteo Materazzi e la battaglia contro la SLA, una sofferenza inaudita che commuove i tifosi
Parlando a Repubblica, Matteo Materazzi ha raccontato con molta forza e sincerità il suo rapporto con la SLA, di cui ha annunciato di soffrire qualche giorno fa. Una malattia che, oltre a rendere difficile la vita, toglie anche la speranza. “Con la malattia che ho mi è vietato avere speranza. Provo a vivere al massimo finché posso. E di notte sogno di correre“ ha infatti spiegato Materazzi, che confessa anche di avere sempre più problemi ogni giorno che passa, e di aver sempre più bisogno di aiuto per varie attività quotidiane.

La diagnosi è arrivata nel 2024: tutto è partito con una partita di calciotto fra amici, lì i primi sintomi. Qualche mese più tardi, al torneo della Fondazione Vialli e Mauro, di nuovo difficoltà; alcuni amici gli consigliano di farsi visitare al centro NeMo a Roma, e da lì la terribile diagnosi a settembre.
“Ti crolla tutto addosso. Poi dici: io voglio ridere, scherzare. Vivere” ha spiegato l’agente FIFA, che ha poi sottolineato quanto sia difficile convivere con la malattia, soprattutto di notte. “La notte è lunga. Non prendo mai sonno. Sono steso e si addormenta una parte del corpo che non riesco a muovere, il formicolio aumenta e diventa crampo. Devo chiedere aiuto a mia moglie Maura per fare cose banali” ha spiegato.
Di giorno, invece, esce e segue suo figlio Gianfilippo agli allenamenti; la difficoltà è tanta, come tanti sono i soldi da investire semplicemente per avere una “giornata vivibile”. In mezzo a tanta sofferenza, però, una speranza: quella di trovare una cura, anche per le generazioni a venire. “La speranza è trovare una cura per una mutazione che ha colpito me come tante altre persone, 300 solo in Sardegna. Magari non mi salverò io, ma altri sì” le belle parole di Matteo, a cui noi tutti ci uniamo.